Un agente dei servizi segreti inglesi parla con Il Riformista e racconta la preoccupazione per il dossier americano usato “a orologeria”. “Silenzio imbarazzante da parte dei vostri 007”
L’agente dei servizi inglesi che incontriamo ci chiede di non rivelare il suo nome. Deve rimanere coperto, anche se con noi si scopre un po’. “Abbiamo avuto alti e bassi nelle relazioni con i colleghi italiani“, ci dice incontrandoci quasi per giustificare qualcosa che non sappiamo. “Ma anche quando abbiamo dialogato poco, abbiamo tenuto aperte le antenne e fatto il nostro dovere per Londra senza mai mancare ai doveri dell’amicizia con Roma“. Il linguaggio è attento ma lo scopo dell’intervista è chiaro, farci sapere che a loro l’uscita maldestra del dossier “a orologeria” sui denari russi ai partiti piace poco e niente. Come l’avete letta questa notizia? “Dal punto di vista dell’analisi politica, si tratta di una clamorosa ingerenza. È evidente, non serve il nostro avviso (dice “assesment”, ndr) per capire che si tratta di un avvertimento. Fanno sapere che loro, gli americani, hanno in mano qualcosa che possono usare e non usare. Vi stanno dicendo che vi dovete comportare bene”. È l’ufficio politico della Cia che distribuisce pesi e contrappesi? “L’amministrazione americana usa canali diversi, società di investigazione finanziaria e accademici introdotti, commercialisti e avvocati internazionali per acquisire e ricostruire i tracciati del denaro. Poi tiene le informazioni in mano, facendo sapere – come in questo caso – che le ha. E così chi deve capire, capisce. E si adegua”.
L’amministrazione Biden, in questo caso, per mandare un avvertimento al centrodestra? Sappiamo che il rapporto “Covert Foreign Money” è stato redatto dall’Alliance for Securing Democracy del German Marshall Fund of the United States nell’agosto 2020, al termine del mandato di Donald Trump. E il periodo preso in esame, il quinquennio 2012-2017, che aveva visto al potere in Italia i governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni. Però è chiaro che diffondere il report oggi mette in guardia chi può vincere le elezioni tra pochi giorni. Come mai il dossier viene diffuso adesso? Proprio perché oggi siete in una fase di passaggio, in un momento cruciale. State per vivere un regime change che Washington teme molto. In questi stessi giorni, mentre fanno uscire quelle carte, un esponente di Fratelli d’Italia si trova a casa loro per rassicurarli sull’affidabilità di Giorgia Meloni“.
“Gli americani non vogliono che a Salvini venga dato un ruolo di primo piano”
Che coincidenza, no? Qual è secondo lei il messaggio criptato da decriptare? “Glielo dico come lo abbiamo detto nel nostro bureau, guardandoci in faccia. Non vogliono che a Matteo Salvini venga dato un ruolo di governo di primo piano. Non lo vorrebbero agli Esteri, né agli Interni. Voi non avete avuto le stesse indicazioni, non avete lo stesso timore? Noi abbiamo un altro background e un’altra interpretazione della nostra mission. Proviamo a capire l’Italia e a farla capire ai nostri, non a cambiare il corso delle cose”. Dal punto di vista del vostro lavoro, come è vista l’Italia? “Importantissima, strategica. Ma debole, vulnerabile. E questa vicenda lo dimostra”.
Il controspionaggio ha lavorato o no? “Se ha lavorato, devono essere i suoi agenti a svelare l’intrigo di tanti politici che hanno tramato con il nemico. Oppure devono negarlo. La cosa che per noi è incredibile è il silenzio dei colleghi italiani, che debolmente dicono “Per ora non sappiamo“, “Forse non ci sono partiti italiani“. Ma dovreste essere voi a saperne più di ogni altro. Ci sembra strano che la vostra intelligence appaia in balìa di voci che altri mettono in giro. Voi condividete il sospetto che tra Russia e Italia qualche amicizia troppo stretta ci sia stata. Guardiamo ai fatti. Salvini che indossa in Parlamento la maglietta di Putin è un fatto pubblico. È molto evidente (usa l’espressione “self-evident”, ndr.). Lo abbiamo visto in questi giorni andare in onda con le icone russe dietro alla scrivania, così come i piloti di Formula Uno fanno le conferenze stampa con i loghi degli sponsor dietro”. E i piaceri fatti a Putin e alla Russia all’inizio della pandemia? Vogliamo parlarne? Quel misterioso arrivo di camion militari russi? “Fu voluto da Conte, non da Salvini. Durante il Conte II. Lo sappiamo. 102 agenti dei servizi russi liberi di testare le capacità dell’Italia nella gestione pandemica, di prelevare campioni sanitari, di confrontare le ricerche e le analisi mediche, di fare uno stress test alle pubbliche amministrazioni e alla gestione della sanità, anche militare, di un Paese Nato. Una cosa che noi non abbiamo davvero capito, che non ha prodotto benefi ci e che in Uk nessuno avrebbe mai potuto autorizzare, neanche per scherzo”. Dove vuole arrivare? “Ci sono state falle clamorose nella gestione della segretezza. Errori che hanno reso meno affidabili i vostri servizi. Questi errori hanno indotto noi e non certo solo noi, tra gli alleati, a limitare quel passaggio di informazioni che fino a poco fa era invece più frequente“.