Il fondatore di Fdi: “Parte delle toghe è apertamente schierata Le misure sul gas non si possono scaricare sul governo prossimo”
“Prepariamoci: potrebbero arrivare altri pesanti attacchi al centrodestra, se adotteranno lo stesso copione degli ultimi 28 anni”. Guido Crosetto, cofondatore di Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni, vede una strada in salita, scrive La Verità. La faccenda del report americano sui finanziamenti russi ai partiti potrebbe non essere che l’inizio. Che cosa intende dire? “Mi aspetto altri interventi “esterni”. C’è una parte rilevante della magistratura che si è apertamente schierata nelle liste, ed è sostenuto da molti colleghi in carica e in piena attività. Mi parrebbe strano arrivare al voto senza un intervento di chi ha determinato la maggior parte delle fortune e sfortune politiche degli ultimi decenni. Anche se non escludo che questa volta le ostilità possono iniziare dopo le elezioni. Ma Giorgia Meloni e il centrodestra sono pronti anche a questo“. E il carteggio statunitense sui putiniani d’Europa? “Una notizia che spunta fuori come un fungo, smentita anche dall’attuale governo, senza uno straccio di documenti, che tira in ballo 20 Paesi senza fare un solo nome. Solo in Italia ne stiamo parlando“. Perché questa storia esce proprio adesso? “È un chiaro tentativo di condizionare le elezioni politiche. Ma la mente di questa operazione non è in America, bensì in Italia. Scopriremo molto, se non tutto, tra qualche mese, a bocce ferme“.
È il centrosinistra il “mandante”? “Queste cose passano spesso canali attraverso, persone che formalmente rappresentano le istituzioni ma spesso usano i loro poteri e la loro conoscenza a servizio di una parte e non della nazione. È necessario archiviare utile certa mentalità per cui pezzi dello Stato si asserviti e in necessità di collaborare con i partiti. Tutti devono capire che, per essere sicuri, devono dimostrare di saper lavorare bene per il Paese e non dimostrarsi fedeli di qualcuno“. Mario Draghi ha detto che c’è gente in Italia che parla di nascosto con i russi riguardo alle sanzioni. “La discussione su cosa fare o non fare politica sulle sanzioni non è un tema di politica interna, ma riguarda i tavoli internazionali sui quali ci si confronta con altre nazioni e alla fine, quando si decide una linea comune, la si conserva. Anche se in passato se ne era sostenuta un’altra“.
“Il termine pupazza prezzolati usato da Draghi mi ha molto colpito”
Il premier ha parlato di «pupazzi prezzolati» collegati al nemico. “Il termine che ha usato, “pupazzi”, mi ha molto colpito. E detto da lui ha molta rilevanza. Vorrei sapere chi parla, perché lui non è una persona che usa i termini a vanvera”. Ha anche detto che non ci sarà un secondo governo Draghi. “Ha escluso un suo nuovo impegno perché sia stufo di essere stato troppo strumentalizzato“. Che senso ha proporre, come fa il terzo polo, un Draghi bis senza la disponibilità dell’interessato? “È una strategia elettorale per raccogliere consensi. Ognuno usa la sua. Peccato che solo la Meloni dica cose realizzabili“. Il razionamento energetico rischia di diventare la scorciatoia imposta da chi non trova soluzioni strutturali? “Il problema è che il gas non c’è e non ci sarà a breve. Non voglio prendermi dei meriti fuori tempo, ma vorrei ricordare che, al tempo della guerra in Libia, ero quasi l’unico esponente politico a opporsi all’intervento militare, mentre tutti erano inginocchiati alla corte di Nicolas Sarkozy (Crosetto, all’epoca in Forza Italia, era sottosegretario nel IV governo Berlusconi, ndr)“.
E se non ci fosse stata quella guerra? “Oggi si è approvvigionato un decimo dei problemi dimento. Il cosiddetto “filoputinismo“, di cui oggi qualcuno è accusato, nasce anche dalla Libia in Libia, cioè da quelli che hanno regalato a Vladimir Putin la supremazia del gas dopo aver fatto fuori Muammar Gheddafi“. Quanto ai rapporti con Putin, chi può scagliare la prima pietra? “Tra i leader politici, tutti hanno coltivato rapporti con Putin, fino a ieri: tranne Giorgia Meloni. Intensi legami commerciali con Mosca sono stati portati avanti italiani da tutti i presidenti del Consiglio degli ultimi dieci anni: Enrico Letta, Matteo Renzi, Giuseppe Conte, Paolo Gentiloni, e prima di loro Silvio Berlusconi e Romano Prodi. E molti di questi, eccetto Berlusconi, hanno avuto rapporti ancor più forti con la Cina, la nazione che sta scrivendo la sceneggiatura di molti degli accadimenti di questi anni“.